La crescita del fotovoltaico in Europa, che ora vale l’11% della produzione totale di energia, sta portando con sé una nuova sfida: cosa fare dei pannelli fotovoltaici quando arrivano a fine vita? Dopo circa 25 anni di funzionamento, infatti, i moduli devono essere sostituiti. È qui che entra in gioco il riciclo dei pannelli fotovoltaici, un processo sempre più importante per la concreta sostenibilità del settore.
La buona notizia è che i pannelli fotovoltaici possono essere riciclati con una grande efficienza. Dal vetro al silicio, dall’alluminio fino ai metalli preziosi, la maggior parte dei materiali può essere recuperata e riutilizzata per produrre nuove componenti. In questo modo è facile creare un vero circolo virtuoso: meno spreco, meno bisogno di estrarre nuove materie prime e, più in generale, un’economia più circolare.
Per chi ha un impianto sotto i 10 kW, la procedura di smaltimento è abbastanza semplice: è sufficiente portare i moduli esausti nei centri di raccolta autorizzati, che si occupano delle prime operazioni di recupero. Sotto i 10 kW rientrano tutte le soluzioni domestiche, quindi sia il tradizionale impianto fotovoltaico da 3 kW, il più utilizzato dalle famiglie, che il fotovoltaico da balcone nelle due principali varianti, plug & play o mini impianto.
Per chi ha un impianto superiore ai 10 kW, la procedura è differente e, come vedremo, coinvolge produttori e ditte specializzate. Per tutti, il corretto riciclo va oltre il formale rispetto delle normative e diventa un’opportunità concreta per rendere il fotovoltaico ancora più green.
Come avviene lo smaltimento e il riciclo dei pannelli fotovoltaici?
Il primo passo nel riciclo dei pannelli fotovoltaici è il loro smontaggio. I moduli fotovoltaici devono essere rimossi dagli impianti in modo sicuro, evitando la rottura del vetro e la dispersione di sostanze potenzialmente nocive. In particolare, il processo di smontaggio prevede la separazione delle componenti principali.
- Il telaio in alluminio, che viene rimosso e avviato direttamente al riciclo.
- La scatola di giunzione e i cavi, che vengono separati per il successivo recupero di metalli e plastiche.
- Il vetro, che rappresenta la quota maggiore del peso del pannello e può essere recuperato quasi integralmente.
Dopo lo smontaggio, la parte in vetro viene sottoposta a frantumazione controllata. Questa fase permette di ridurre i moduli in frammenti più piccoli, facilitando la separazione dei materiali. In tutti gli impianti moderni, la frantumazione avviene sotto aspirazione, con sistemi per l’abbattimento delle polveri e delle emissioni.
La frantumazione è seguita da trattamenti meccanici, termici e, in alcuni casi, chimici. Il trattamento meccanico consente di separare fisicamente i materiali; quello termico viene utilizzato per scomporre gli strati plastici (come l’EVA, acetato vinil-etilenico) che racchiudono le celle fotovoltaiche; il trattamento chimico, infine, permette di estrarre metalli preziosi come argento e rame.
La separazione dei materiali: vetro, silicio e metalli
La separazione dei materiali è il passaggio fondamentale nell’ambito del riciclo dei pannelli fotovoltaici. Ogni modulo fotovoltaico contiene circa il 75-80% di vetro, il 6-8% di alluminio (principalmente nei telai), una piccola percentuale di plastica (film EVA) e il restante costituito da silicio, rame, stagno, argento e altri metalli.
Per avere un’idea delle quantità recuperabili, in termini di peso (un modulo standard pesa circa 22 kg):
- vetro: circa 14-15 kg;
- alluminio: circa 2-3 kg;
- silicio: circa 1-2,5 kg;
- materiali plastici: 2-3 kg;
- rame: 0,14-0,2 kg;
- materiali elettrici (schede): 0,1 kg.
Il vetro e l’alluminio sono i materiali più facile da recuperare: le filiere di riciclo per questi materiali esistono già da tempo e funzionano benissimo. Il silicio è un po’ più difficile da trattare e richiede processi ad hoc per essere separato dalle celle e ripulito a dovere. I metalli preziosi come argento e rame sono presenti in piccole quantità, ma il loro valore economico e strategico li rende particolarmente appetibili per il recupero.
Le tecniche di separazione stanno facendo passi da gigante. Con i processi più innovativi di oggi si riesce a recuperare fino al 95% dei materiali contenuti nei pannelli: un risultato che rende il riciclo sempre non solo più efficace ma anche più conveniente. I materiali recuperati vengono utilizzati per produrre nuovi moduli fotovoltaici oppure trovano una nuova vita in altre componenti e altri settori industriali. In questo modo si rinforza un circolo virtuoso che riduce sensibilmente la produzione di rifiuti e, allo stesso tempo, accresce il valore economico e strategico di diversi settori produttivi.
La normativa europea sul riciclo dei pannelli fotovoltaici è in costante evoluzione. Con l’entrata in vigore della Direttiva (UE) 2024/884, l’Unione Europea ha rafforzato le regole sulla gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), includendo in modo specifico i moduli fotovoltaici.
Questi sono i punti principali.
- Responsabilità estesa del produttore: chi produce pannelli fotovoltaici deve finanziare raccolta, trattamento e smaltimento dei moduli a fine vita.
- Centri di raccolta: i pannelli devono essere portati nei centri di raccolta autorizzati, che si occupano di tracciare tutto il processo e gestire correttamente i rifiuti.
- Tracciabilità e trasparenza: la nuova direttiva introduce controlli più rigorosi e nuove modalità di raccolta, anche a livello comunale, per assicurarsi che i materiali recuperabili vengano effettivamente riciclati.
- Obblighi per impianti domestici sotto i 10 kW: i proprietari devono assicurarsi che i moduli vengano smaltiti seguendo le procedure previste, contribuendo così al recupero dei materiali e alla sostenibilità del settore.
In Italia siamo ancora in fase di recepimento: arriveranno decreti legislativi specifici che chiariranno nel dettaglio le procedure operative e come funzionerà economicamente la gestione dei pannelli fotovoltaici a fine vita.
Quale seconda vita?
I materiali riciclati dai pannelli fotovoltaici trovano impiego in diversi settori industriali, contribuendo a chiudere il ciclo di vita dei moduli e a promuovere l’economia circolare.
- Il vetro recuperato, che rappresenta circa il 75% del peso del pannello, può essere riutilizzato nella produzione di nuove lastre per pannelli fotovoltaici, ma anche nell’industria edilizia per pareti trasparenti, facciate e strutture architettoniche sostenibili.
- L’alluminio estratto dai telai viene impiegato in molteplici settori, dall’edilizia all’automotive, grazie alla sua leggerezza e resistenza.
- Il silicio, materiale chiave delle celle solari, può essere rigenerato con tecnologie innovative per la produzione di nuovi moduli fotovoltaici o trasformato in nanomateriali per batterie ad alta efficienza, ampliando così il suo utilizzo anche nel settore energetico avanzato.
- Infine, i metalli preziosi come argento e rame, presenti nelle schede elettriche, trovano impiego in elettronica e nei circuiti elettrici, mentre le plastiche recuperate possono essere riutilizzate in applicazioni industriali o come materie prime secondarie.
Tutti questi riutilizzi permettono di ridurre la dipendenza dalle materie prime vergini e di abbattere l’impatto ambientale complessivo dell’intera filiera fotovoltaica.
Fonte: https://www.eon-energia.com/magazine.html